Le malattie intestinali nei cani
La mucosa intestinale dei cani è costantemente esposta a batteri e antigeni, che la sollecitano in modo tale che protegga gli organi dagli agenti esterni. Succede però che questo sistema si alteri e che sfoci in fastidi, con l’insorgere di infiammazioni definite IBD (Inflammatory Bowel Disease), vere e proprie infiammazioni intestinali.
Siamo così abituati all’attività dei nostri amici a quattro zampe, che vederli privi di energie e debilitati da malesseri come diarrea o vomito ci fa subito preoccupare. Soprattutto per la loro impossibilità di spiegare la natura dei loro disagi e quindi, di conseguenza, per il nostro dovere di capire il motivo del malessere e di cercare una soluzione per farli stare meglio.
La parte più difficile, quando si tratta di malattie intestinali, è quella di arrivare ad una diagnosi precisa, capendo se si tratta effettivamente di IBD.
Cause e conseguenze delle malattie intestinali
Non è improbabile che gli animali abbiano rigurgiti o diarree intermittenti, per cui è importante osservare i loro comportamenti, e capire quanto questi disturbi siano sporadici o cronicizzati.
Solitamente, le conseguenze da IBD possono essere:
• Vomito, abbastanza frequente
• Diarrea
• Perdita di peso
Le cause più probabili di queste condizioni infiammatorie, che portano ad una riduzione nella capacità della mucosa intestinale dei cani nel tollerare gli antigeni con cui l’organismo viene in contatto, sono da imputare a:
• Batteri
• Parassiti
• Disordini psicosomatici e ambientali
• Effetti collaterali causati da farmaci
• Disturbi alimentari
Succede quindi che l’intestino del cane venga attaccato da queste cellule infiammatorie e, in base all’altezza dell’infiammazione, cambia il sintomo. Se l’attacco riguarda le aree superiori dell’intestino, allora è probabile che la malattia intestinale si manifesti con vomito frequente.
In caso invece di infiltrazioni nella parte inferiore dell’intestino tenue, allora si avranno feci liquide e conseguente perdita di peso.
Importantissimo è quindi agire tempestivamente e consultare il veterinario, in modo tale da formulare una diagnosi, non sempre semplice da individuare.
Bisogna eseguire i necessari esami del sangue e dell’urina, per escludere malattie al fegato o ai reni e capire quali siano i livelli di vitamina B12, che in genere diminuisce in presenza di alterazione intestinale. Ed analizzare le feci, per escludere parassiti.
Una volta accertata la patologia, si passa all’analisi dell’alimentazione dell’animale, andando per esclusione dei cibi assunti, e arrivando gradualmente a capire quali sia meglio fargli mangiare per migliorarne il benessere.
Terapia
La ricerca della terapia migliore va dunque avanti per tentativi, fino ad arrivare all’individuazione della cura giusta per il disturbo intestinale di cui soffre il cane.
Principalmente si tratta di terapie dietetiche, perché bisogna correggere l’alimentazione dell’animale e trovare quella che riesce a riequilibrare l’intestino debilitato dalle cellule infiammatorie. Solitamente, la dieta si accompagna con probiotici o antibiotici e, solo in casi più gravi, con terapie immunosoppressive.
La dieta deve durare almeno sei settimane, ma i suoi effetti benefici dovrebbero essere visibili già dopo dieci giorni.
Si tratta di diete povere di grassi e fibre, quindi facilmente digeribili, che possono essere:
• Monoproteiche, una sola proteina da scegliere tra quelle che il cane non ha mai assunto
• Idrolizzate, dove le proteine vengono scisse in molecole piccolissime, in modo tale che stimolino il sistema immunitario e che non infiammino l’intestino. Si tratta della dieta con maggiori risposte positive e probabilità di successo.
Monitorare qualsiasi segnale di disagio prolungato da parte del proprio cane è quindi essenziale, perché il nostro amico a quattro zampe necessita di attenzioni costanti, rimanendo un piccolo cucciolo da coccolare in qualsiasi stadio della sua vita.